Avevamo già intervistato Moritz Tittel durante una sua incursione italiana di un anno fa. Invece stavolta siamo andati a trovarlo direttamente sul set di Tempesta d'amore, per parlare con lui dell'evoluzione del suo personaggio (Konstantin) durante l'ottava stagione della soap... ma non solo! Ecco il resoconto del nostro incontro con l'attore, che ringraziamo ancora una volta per la squisita disponibilità.
A cura di Elisa Chieno per TvSoap.it - Riproduzione vietata. Tutte le foto: © ARD / Ann Paur
Ciao Moritz! Ci incontriamo di nuovo dopo quasi un anno... e sei ancora protagonista! Sei il primo attore ad essere protagonista per due stagioni consecutive: cosa si prova?
Mi sento… a casa!
In che senso?
Dopo oltre un anno e mezzo conosco bene tutta la squadra e con i colleghi siamo ormai molto affiatati. È davvero come essere in una famiglia, una seconda famiglia.
Cosa credi che ci sia di così speciale nel tuo personaggio da convincere gli autori a riconfermarlo per l’anno successivo?
Non è il personaggio ad essere speciale… è l’attore! (ride)
Ovviamente…
A parte gli scherzi, credo che il personaggio abbia davvero qualcosa di speciale: ha molte sfaccettature, gli si può scrivere sopra di tutto… dal romanticismo, alla gelosia, ma anche ironia, divertimento e ovviamente passione o amori non ricambiati. Konstantin ha dentro di sé molti differenti aspetti e lo si può portare in diverse situazioni: gli si può far fare della musica, giocare a biliardo…
In effetti in questa stagione ti si vede anche esibirti sul tavolo verde: sai davvero giocare a biliardo?
Sì!
Complimenti! E conosci per caso anche le tecniche dei barman?
In effetti sì. Prima di iniziare a interpretare il ruolo di Konstantin ho fatto un corso per barman. Era l’estate 2011: le riprese sarebbero state interrotte per due settimane e, dal momento che sapevo che avrei dovuto impersonare un barman ed essere anche in grado di ballare il tango, ho deciso di iscrivermi a dei corsi specifici.
E magari hai fatto pure un corso di spagnolo…
In realtà diciamo che ne ho fatti due al prezzo di uno (ride)! Il mio insegnante di tango argentino era per l’appunto argentino e di conseguenza parlava spagnolo. Ovviamente io non ero in grado di conversare, ma mi è comunque servito per assorbire il temperamento e l’accento mentre mi esercitavo col tango.
E il corso per barman, invece, com’è stato?
Fantastico! I miei maestri erano stati i campioni tedeschi e mi hanno insegnato sia la tecnica classica sia lo “show barkeeping”.
Cosa sarebbe?
Lo “show barkeeping” consiste non solo nel fare cocktail, ma soprattutto nel compiere tutte quelle mosse spettacolari, come far volare le bottiglie, eccetera. Purtroppo, però, qui non me lo lasciano fare… perché hanno paura che rompa tutto e combini un disastro! (aggiunge ridendo)
È stata una grande sorpresa per te quando hai scoperto che saresti stato il protagonista maschile dell’ottava stagione?
Confesso che non è stata proprio una sorpresa, ma è stato certamente un enorme onore venire scelto una seconda volta: per un attore non c’è soddisfazione maggiore del ricevere la conferma che il tuo lavoro è apprezzato e sapere che il pubblico ti apprezza sia come personaggio che come attore è un’enorme gratifica. E questo va in parallelo col fatto che qui ho l’occasione di lavorare in una squadra straordinaria. Insomma, è semplicemente perfetto.
All’inizio della settima stagione sapevi che alla fine sarebbe stato il personaggio di Moritz (Daniel Fünffrock) a coronare il suo sogno d’amore con Theresa (Ines Lutz) e non il tuo Konstantin?
A dire il vero non abbiamo avuto la certezza fino a poco prima della fine della stagione su chi dei due avrebbe alla fine ottenuto il ruolo di protagonista maschile assoluto. Ovviamente c’era il fatto che mi avevano chiesto se volessi fermarmi per un altro anno ed in primavera da come si stavano evolvendo le trame potevamo intuire come sarebbe andata a finire... Però ufficialmente noi attori ed il resto del team abbiamo avuto la conferma definitiva solo all’ultimo.
È il Konstantin dell’ottava stagione lo stesso uomo rispetto a quello della settima o lo trovi cambiato?
Konstantin si è costantemente evoluto fin dal primo giorno in cui ha messo piede al Fürstenhof. È cambiato, è cresciuto come fa qualunque persona che si trova per due anni nello stesso posto ma interagisce con persone diverse. Di conseguenza Konstantin cambia a causa delle persone che incontra, delle nuove storie in cui viene coinvolto. Ovviamente, però, il carattere di base rimane lo stesso.
Esattamente come nella settima stagione Konstantin è coinvolto in un triangolo amoroso, ma questa volta non è più uno dei due rivali bensì il "fortunato" che deve scegliere tra due donne: come hai trovato questo cambiamento? Ti sei divertito a metterlo in scena?
In realtà nell’ottava stagione la situazione è un po’ diversa: non devo decidere, per lo meno non all’inizio. Mi spiego meglio: Marlene è una mia carissima amica, nonché la figlia della donna con cui ho iniziato una bollente relazione. Non ci sarà una vera decisione, perché le due donne sono totalmente diverse… sia come personaggi sia come attrici. Non è che si arrivi a dover prendere una vera e propria decisione: a un certo punto capirà che Natascha non è la donna giusta per lui.
Come ti sei trovare a recitare questa situazione?
È stato estremamente intrigante. Confesso che non vedo l’ora che Konstantin capisca di provare qualcosa per Marlene e dunque questa nuova relazione inizi ad interferire con quella attuale. La mia relazione con Natascha ha già raggiunto un punto in cui si vedono le prime crepe: discutiamo sempre, anche se poi cerchiamo di passarci sopra. Non vedo l’ora che arrivi il momento in cui inizierà questo nuovo rapporto con Marlene o, per meglio dire, questo rapporto diventerà più intenso. Tra l’altro, come attore è davvero fantastico relazionarsi con colleghe diverse che ovviamente si approcciano alla recitazione con dinamiche differenti.
Quanto c’è di Moritz in Konstantin e viceversa?
Molto. Ma non solo con Konstantin, mi succede con qualunque ruolo io interpreti: cerco sempre di mettere nel personaggio il più possibile di me stesso, cerco sempre di vedere me stesso nella situazione in cui si trova il personaggio. Dopotutto personaggio ed attore condividono lo stesso corpo, la stessa anima... ma si trovano in una situazione che l’attore non ha mai vissuto in prima persona. Ad esempio, Moritz nella vita reale non ha mai iniziato una relazione con una donna più matura di cui ama in realtà la figlia, ma ciononostante Moritz vive la situazione attraverso Konstantin. Insomma, c’è sempre molto di me in scena.
Cosa significa per te la musica? La musica gioca un ruolo importante in questa stagione dal momento che entrambe le protagoniste femminili sono musiciste.
La musica gioca un ruolo importantissimo nella mia vita! Ad esempio suono molti strumenti: principalmente il violino, ma anche il pianoforte e la chitarra. Inoltre canto, compongo musica, scrivo canzoni e, quando ho tempo, faccio anche il DJ amatoriale. Tieni presente che la musica è molto legata alla recitazione…
In che modo?
La musica è strettamente interconnessa con concetto di ritmo, che è anche importantissimo per la recitazione. Ad esempio il lavoro in una soap opera rischia per via della sua lunghezza di rendere la recitazione monotona, incolore e di conseguenza usiamo il ritmo, la musicalità per spezzarla.
Anche la lingua ha molto a che fare con la musica. Soprattutto l’italiano: è una lingua davvero musicale.
Mi ricordo dal nostro precedente incontro che tu parli benissimo lì’italiano…
Posso capire bene, ma vorrei migliorare il mio parlato (spiega in italiano)
Se ti chiamassero negli uffici degli sceneggiatori, che storia scriveresti per Konstantin?
Un bel viaggio in Spagna, Argentina… e, perché no, magari in Italia. Sarebbe l’occasione per riportare alla luce un po’ del suo carattere mediterraneo… Ad esempio potrebbe andare là per incontrare un vecchio amico o svolgere un compito difficile. Magari con un bel po’ di azione… magari con un bel volo in elicottero… un bell’inseguimento in motocicletta tra le strade di Roma… e poi trova la sua amata rapita in Piazza San Marco a Venezia!
E se potessi decidere, quale destinazione vorresti per Konstantin e Marlene dopo l’happy end finale?
Direi sicuramente l’Argentina oppure un Paese mediterraneo, come la Spagna e l’Italia…
In Italia, però, ci sono già sia Eva e Robert che Jacob e Debbie… inizia ad essere un po’ sovraffollato!
In effetti è vero, ma credo che Konstantin dovrebbe definitivamente andare in un Paese a sud della Baviera, in un posto che richiami le sue radici mediterranee, quindi o l’Europa Meridionale o l’Argentina.
Sai già se sia effettivamente una di queste la meta scelta dagli autori?
Sinceramente… non ne ho idea!
Come hai trovato recitare con Lucy e Melanie rispetto a Ines Lutz? Che cosa apprezzi particolarmente in Lucy? E in Melanie?
La cosa curiosa è che ognuna delle tre ha un modo totalmente diverso di approcciarsi alla recitazione. Lucy è estremamente vivace, esuberante, rapida e diretta sia come personaggio che come persona e collega. Melanie è estremamente divertente, un po’ folle, è una sorgente interminabile di idee. Ines, invece, è una persona estremamente semplice, modesta, con i piedi per terra ed un’incredibile calma. Ognuna delle tre ha qualcosa di sostanzialmente diverso in confronto alle altre e per me come attore è non solo interessante e divertente rispondere a queste diverse dinamiche. Ciò che tutte e tre hanno in comune è che sono simpatiche e… che potrei innamorarmi di ognuna di loro! (conclude ridendo)
Konstantin inizia una relazione con una donna molto più vecchia di lui: cosa pensi della differenza d’età in un rapporto amoroso?
L’amore non si può controllare: dove colpisce colpisce…
Ritieni che sia più difficile quando è la donna ad essere più vecchia dell’uomo?
No, non penso: credo che ormai sia accettato dalla società. Se Madonna si presenta in compagnia di un ragazzo molto più giovane nessuno ha da ridire.
Sì, ma Madonna è una star…
È vero, ma andando in giro a passeggiare mi capita sempre più spesso di vedere coppie in cui la donna è più avanti con gli anni. Io credo che le donna mature – diciamo dalla quarantina in su – abbiano altre qualità rispetto alle ragazze: una calma, sicurezza di sé…
Hai lavorato sia in teatro che nella televisione: quali differenze hai trovato?
Curiosamente il lavoro qui negli studi televisivi non è poi così diverso dal teatro. Nelle riprese in esterna, invece, si lavora con una o due telecamere ed è molto simile alla tecnica cinematografica perché il regista deve decidere per ogni singolo pezzo se va bene o devi rigirarlo o deve essere cambiato qualcosa. Come dicevo, invece, qui negli studi devi recitare l’intera scena fino alla fine esattamente come in teatro, con l’unica differenza che una telecamera registra tutto. Insomma, è davvero molto simile a recitare sul palcoscenico.
E hai paura della telecamera?
Grazie al cielo no!
Quale dei due lavori trovi più facile?
È davvero difficile a dirsi. Forse in questo momento è più facile per me lavorare con la telecamera per il semplice motivo che lo faccio tutti i giorni da quasi due anni. Sì, ecco, diciamo che lavorare qui a “Tempesta d’amore” con la telecamera è più facile, ma, se dovessi iniziare a lavorare in un’altra produzione televisiva, probabilmente all’inizio sarei nervoso come qui ai primi tempi e mi ci vorrebbe un po’ di tempo per abituarmici. E se andassi a lavorare a teatro sarebbe lo stesso: all’inizio sarei nervoso per via di tutte le persone che sono sedute di fronte a te e ti guardano recitare. Devo anche dire che però che anche per questo attendo con ansia il giorno in cui tornerò a teatro e reciterò di nuovo sul palco, perché è qualcosa di totalmente diverso: dici qualcosa e riceva una risposta immediata dal pubblico. Qui, invece, dici qualcosa e sai che la telecamera ti sta riprendendo, ma non puoi essere sicuro se funzionerà, se sarà recepito dai telespettatori.
Hai girato anche dei film per il cinema?
Non molti e comunque sempre ruoli piccoli… troppo piccoli per essere ricordato dal pubblico (aggiunge ridendo)
Dopo "Tempesta d’amore“ potresti essere chiamato da un importante regista…
Magari! Vedremo come andrà… speriamo!
Magari a Hollywood…
Chi lo sa…
E in Italia ti piacerebbe lavorare?
Se arrivasse un’offerta, non ci penserei due volte!
Ne sarebbero felici i nostri telespettatori! Quando hai deciso di diventare attore?
Direi verso i sedici-diciassette anni. Nel mio liceo c’era un gruppo teatrale ed io ero l’addetto alle luci.
È stato lì che ho appreso la tecnica, i film, la cinepresa e all’improvviso uno dei attori si è ammalato: io avevo visto le prove e conoscevo la parte. Lo spettacolo era la commedia di Shakespeare “Come vi piace” ed il ruolo era quello di Claudio. Quindi quando questo mio collega… cioè compagno di classe (ride) si è ammalato, mi hanno chiesto se volevo sostituirlo ed io ovviamente non ci ho pensato due volte. Non ho nemmeno avuto il tempo di rendermene conto e mi trovavo sul palco… È stato veramente fantastico: mi sono divertito tantissimo e da allora non ho più desiderato niente di più che recitare.
C’è qualche attore o attrice che ha rappresentato (o ancora rappresenta) per te un esempio?
Ce ne sono parecchi. Ad esempio John Malcovich o Edward Norton. Edward Norton a primo impatto sembra un giovanotto di bell’aspetto, ma ha la capacità di recitare ruoli un po’ pazzerelli o totalmente folli. Konstantin ad esempio ha dei momenti un po’ ”matti”, ma io come attore vorrei un giorno interpretare un personaggio totalmente folle oppure ruoli che mi permettano di estraniarmi da me stesso… sarebbe una vera sfida.
Cosa consiglieresti ai giovani che sognano di diventare attori?
Credo che se uno desidera davvero diventare attore con tutto il cuore allora ci riuscirà, non importa come. Il problema è che ci sono maledettamente tanti attori, e per questo non è facile trovare lavoro. Bisogna prima di tutto fare domanda per una scuola di recitazione e credo che sia importante frequentare una scuola pubblica: io ad esempio ne ho frequentata una privata a Friburgo, ma col senno di poi sarebbe meglio una pubblica perché poi è più facile trovare lavoro. E la cosa curiosa è che con questo lavoro ci si candida in continuazione: ci sono da cinquecento a mille persone per venti posti in una scuola di recitazione. E se hai la fortuna di essere una di quelle venti persone che vengono prese, dopo la scuola quando inizi a lavorare in teatro o in televisione ricomincia la stessa storia: cento, duecento, trecento persone per un solo posto. E questo non finisce mai: bisogna essere preparati. Il lavoro di attore non è un lavoro sicuro: si ha un lavoro fantastico per un paio di anni e poi più niente per altri due anni. Bisogna sempre risparmiare, essere attenti col denaro. Questo vale anche per i grandi attori che fanno un film all’anno e che si considerano superstar. La maggioranza degli attori arriva a stento a fine mese o comunque deve stare attento ai soldi. Ma lo ripeto, se c’è la passione, se un ragazzo è convinto che sia questo quello che vuole davvero fare, allora in un modo o nell’altro ci riuscirà.
Pensi che lavorare in una telenovela aiuti la carriera?
In Germania purtroppo è ancora abitudine considera un attore di soap un po’ come di serie B, anche se per fortuna ora le cose stanno un po’ cambiando. È curioso che all’estero, soprattutto in Sud America, invece, partecipare ad una telenovela è considerato un onore. Chi ha lavorato in una soap o in una telenovela sa che in realtà è un lavoro estremamente difficile, che richiede una ferrea disciplina, un’enorme motivazione per portare giorno dopo giorno in ogni scena freschezza e motivazione. Coloro che pensano qualcosa di negativo su telenovelas o soap operas dovrebbero provare a lavorarci e poi ne riparliamo.
Trovi la routine quotidiana particolarmente faticosa?
Ci sono giorni molto faticosi, altri meno faticosi. Ci sono i testi da imparare, ma per fortuna ci si può preparare tra una pausa e l’altra. Dopo un po’ di tempo, quando finalmente ci si abitua a questa routine, allora oltre che ad imparare i testi ci si può concentrare sulla scena vera e propria: come interpretarla, quali gesti fare, che emozioni portare.
In generale, cosa ti piace particolarmente di "Tempesta d’amore"?
Ciò che amo sopra ogni cosa e che mi ha convinto a rimanere qui un altro anno sono tutte le persone straordinarie con cui ho a che fare ogni giorno. L’ho già detto, ma lo ripeto: questa è come una vera famiglia. E senza questa famiglia credo proprio che me ne sarei già andato.
Questa è la tua prima esperienza in una soap: c’è qualcosa che ti ha sorpreso, che non ti saresti aspettato o ti saresti aspettato in modo diverso?
Quando tutto è iniziato, diciamo nelle prime 3-4 settimane, ho davvero pensato “No, non ce la posso fare: troppe battute da imparare, troppe scene da girare… per un anno? No, non ce la posso fare!”. Eppure dopo 3-4 settimane sorprendentemente tutto ha iniziato a funzionare alla perfezione.
Avevi già lavorato con alcuni dei tuoi attuali colleghi prima di "Tempesta d’amore“?
No, nessuno.
C’è qualcuno in particolare con cui ami girare? Con chi ti diverti di più?
Con Lucy! Con lei ho sempre delle scene fantastiche, ricche di azione: io l’ho salvata quando ha rischiato di affogare nel lago e poi lei mi ha salvato quando ho avuto un incidente e sono rimasto fulminato da un corto circuito. Sono sempre scene divertentissime da girare. Poi con il dottor Niederbühl (Eric Altenkopf) ridiamo sempre… e ovviamente con Melanie, una persona semplicemente esilarante.
C’è una scena tra quelle da te girate per “Tempesta d’amore” che preferisci in assoluto?
Una delle mie scene preferite appartiene alla scorsa stagione e si svolgeva in un confessionale: poco prima del mio matrimonio con Theresa avevo incontrato un parroco, un vecchio amico di mio fratello Moritz. Fino ad allora nessuno al Fürstenhof conosceva la mia vera identità, a parte Theresa e mia madre e in questa scena decido di confessare tutto al parroco. È stata una scena fantastica, degna di un film. C’è stato un periodo in cui il personaggio di Konstantin è stato così ben scritto e sviluppato che si è arrivati a quella scena punto seguendo una linea chiara e coerente.
Hai una scenografia preferita?
Adoro tutte le scene girate in esterna… e curiosamente ho la sensazione che da un anno e mezzo mi tengano sempre chiuso qui negli studi, non mi fanno uscire quasi mai! (esclama ridendo)
In effetti dopotutto sei un barman…
Esatto: sono sempre al pianobar. E per di più sempre con la stessa uniforme: cravatta rossa, gilè nero... L’anno scorso ci sono state per gli altri esterne fantastiche con la neve o corse in slitta e avevo sperato che nell’ottava stagione mi avrebbero mandato di più fuori dagli studi… e così mi sono letto speranzoso i copioni alla ricerca di qualche scena appassionante e invece niente… sempre “Konstantin sta al bancone del bar” oppure “Konstantin gioca a biliardo”. In inverno non è male starsene qui al calduccio: penso di essere l’unico attore a non avere mai bisogno di una giacca… e sono al sicuro dal raffreddore. (conclude ridendo)
Ci puoi raccontare un aneddoto particolarmente divertente avvenuto sul set?
Ce ne sono davvero tanti, specialmente quando prepariamo le scene. Ad esempio me ne ricordo una in cui ero con Eric - il dottor Niederbühl - e Melanie, che interpreta la mia fidanzata Natascha. Avevamo avuto fin troppo tempo per preparare quella scena e ripetere i dialoghi e così abbiamo iniziato a modificare le battute in modo comico. Il problema è che siamo andato avanti così a lungo che quando è stato il momento di girare la scena ci eravamo dimenticati il testo originale! Il regista ci dava il ciak e noi iniziavamo a ridere, non riuscivamo davvero a smettere. Era venerdì sera, l’ultima scena del giorno e della settimana: tutti volevano andare a casa ed il regista continuava a dire ”Forza, facciamo le persone serie”, ma non c’era niente da fare…
Un altro aneddoto divertente riguarda una scena girata al fiume: il regista ci stava spiegando come girare la scena e… è caduto in acqua! E così abbiamo girato la scena con il regista in mutande e stivali di gomma! È stato indimenticabile… (conclude ridendo)
Cosa pensi della fama? La ritieni qualcosa di positivo o negativo?
Da una parte è qualcosa di positivo, perché ti rende le cose più semplici. Dall’altro lato è negativo: può essere faticoso se ad esempio hai un appuntamento importante e non hai voglia o tempo di stare a dire “Sì, sono io quello là in TV” eccetera… e allora può essere fastidioso. Però sei hai tempo e voglia di passare del tempo con le persone che ti fermano, allora diventa molto bello: conosci persone nuove, ti puoi intrattenere con degli sconosciuti... è fantastico!
Utilizzi spesso i social network? In che modo ti tieni in contatto con i tuoi fan?
Per me i social network sono un grosso aiuto, perché permettono di comunicare molto velocemente e facilmente. Mi dispiace molto non riuscire a rispondere a tutti i messaggi dei fan. Chi ha delle richieste particolari, vuole un autografo o desidera pormi delle domande precise allora è meglio che mi scriva una lettera cartacea. Forse sono un po’ vecchio stile, ma amo ricevere le lettere; una lettera mi rimane più dentro rispetto ad un messaggio su facebook: su facebook i messaggi arrivano velocemente, ma altrettanto velocemente si dimenticano. Le lettere, invece, sono qualcosa di più personale e rimangono.
Hai già dei progetti per la tua corriera dopo "Tempesta d’amore"?
L’anno scorso nella pausa pasquale avevo girato un breve film: "Overlunch". E ci sarà un seguito che diventerà un vero e proprio film e verrà realizzato in inglese: è una produzione internazionale. L’intenzione è quello di mostrarlo durante dei festival e poi quest’estate - se troviamo un distributore - proiettarlo anche nei cinema. Insomma, questo è il prossimo grande progetto e spero di riuscire a realizzarlo mentre sono qui a Tempesta oppure quando avrò terminato le riprese.
Sai già fino a quando rimarrai qui a “Tempesta d’amore”?
Purtroppo non sono autorizzato a dirlo… ma ovviamente almeno cinque anni (dice ridendo)!
Per finire, dove ti vedi tra dieci anni? C’è un sogno in particolare che vorresti realizzare?
In dieci anni… vorrei poter fare contemporaneamente due lavori: vorrei continuare a lavorare come attore, magari in un bellissimo film per il cinema, e per quando non recito vorrei fare il pilota…
Il pilota d’aereo?
Sì, è il mio sogno di sempre e magari in dieci anni ce la faccio! (ride)
E ti piacerebbe provare a passare dall’altra parte della telecamera e lavorare come regista?
Il regista lo farei volentieri ma solo per un film che abbia scritto ed ideato io stesso. Sarebbe bello poter dirigere e recitare nello stesso film come fanno i grandi… ma questo lo vedo possibile solo tra parecchi anni. Ora vorrei dedicarmi alle cose che ho nel cuore, a delle idee che ho da tempo e su cui vorrei lavorare. Per diventare regista c’è tempo: andiamo un passo alla volta!
A cura di Elisa Chieno
© TvSoap.it - Riproduzione vietata