Tv Soap prosegue la serie delle nostre interviste agli attori di Un posto al sole incontrando Peppe Zarbo, uno degli interpreti più noti ed amati della soap: presente nel cast da ormai tantissimi anni, il suo Franco Boschi è un vero e proprio pilastro di Upas! Ecco quello che Peppe ha dichiarato al nostro sito, anche in riferimento alla vicenda che al momento più tiene i fan con il fiato sospeso...

Intervista di STEFANO TELESE per TvSoap.it (le foto sono di Giuseppe D'Anna)
Ultimamente Un Posto al Sole si è tinto di “giallo”. Cosa puoi anticiparci di questa fase della storia che ti vedrà assoluto protagonista?
Questa è una storia che coinvolgerà diversi protagonisti e quindi palazzo Palladini. Ci sarà un po' di scompiglio per via di questo giustiziere che si muoverà per le vie di Napoli. Una vicenda misteriosa, e non è la prima volta in Un posto al sole. Spesso raccontiamo storie così. Il fatto che in una serialità come la nostra ci sia un giallo così, piuttosto che amori, tradimenti e storie varie, a me piace molto. Se poi a tutto questo ci metti lo straordinario lavoro degli autori e degli attori, ecco che tutto diventa estremamente credibile. Ed alla fine è questo che conta.
Credi sia una linea che possa intrigare il pubblico di Un Posto al Sole?
Sicuramente si, i gialli hanno sempre funzionato. Il giallo è mistero e coinvolge il pubblico nella possibilità di scoprire chi è il colpevole. Il giallo è quando il pubblico si identifica con l’autore piuttosto che con il personaggio, ed in questo momento è ciò che sta accadendo tra i fan della soap. Il pubblico è protagonista e fa mille congetture per cercare una soluzione all’enigma. Io personalmente adoro il giallo. Non a caso, a me è piaciuto tantissimo l’ultimo film di Tornatore che è un giallo. Il giallo è la “non risoluzione” di qualcosa, che poi viene spiegata, strada facendo. Nel nostro caso questo giallo chiaramente durerà un po', perché per prendere totalmente il pubblico è così che deve essere.
Hai attraversato varie fasi all’interno della soap di Rai 3. Ti piace lo sviluppo che viene dato al tuo personaggio?
Si, sono sempre contento di quello che faccio. Mi piace, mi stimola. È un personaggio che, per quello che semina, raccoglie sempre consensi tra il pubblico, dopo tutti questi anni. Ogni volta sono sinceramente molto sorpreso e stupito da questo personaggio che mi accompagna da anni. Franco è sempre in prima linea, gioca all’attacco, è un personaggio che passa da storie drammatiche a commedie, a storie paradossali. È un personaggio a 360 gradi.
Quanto c’è di Peppe in Franco? Quali analogie e differenze ci sono a livello caratteriale?
Sono due personaggi distinti. Più passa il tempo, più Peppe Zarbo è Peppe Zarbo, e Franco Boschi è Franco Boschi. Mentre inizialmente potevano viaggiare in modo parallelo ma le strade di entrambi non erano ben definite, oggi non ci sono dubbi: Peppe è una persona che ha una sua vita, una sua famiglia, vive a Roma e fa tutta una serie di cose che Franco non fa. Franco, ovviamente, ha una famiglia ed un lavoro diverso dal mio. Ma, soprattutto, Peppe fa l’attore, e Franco si occupa di altro. Il pubblico spesso ci casca e pensa che siamo la stessa persona, e questo è veramente molto bello. È chiaro, però, che interpretando io il ruolo di Franco ci sono dei punti che si ritrovano anche in Peppe.

C’è un collega con il quale hai legato particolarmente sul set?
Sceglierne uno significherebbe fare un torto a tanti amici ormai. Sicuramente ci sono delle affinità con alcuni dei miei colleghi, come ad esempio quelli che, come me, viaggiano per raggiungere il set, perché magari veniamo da Roma, come ad esempio Marina Tagliaferri. Oppure mi viene da pensare a Germano Bellavia, persona che conosco anche da prima di iniziare a girare Un posto al sole. La cosa che oggi, dopo tanti anni, posso dirti di questo gruppo, e non lo dico per essere buonista, è la specialità caratteriale di tutti i miei colleghi, componente che secondo me contribuisce al successo di questo prodotto. Rispetto a quello che può significare fare l’attore, noi siamo dei lavoratori pazzeschi. Oggi credo che tutti noi facciamo questo mestiere con più consapevolezza. Oggi mi accorgo che tutti noi andiamo nella stessa direzione, abbiamo tutti lo stesso obiettivo, e cioè quello di appassionare il nostro pubblico. È una cosa a cui teniamo tanto, noi al nostro pubblico vogliamo bene.
C’è un attore al quale ti ispiri?
Mi ispiro a tutto ciò che è serietà e professionalità. Ognuno di noi è diverso. Apprezzo la serietà professionale degli altri colleghi. Ovviamente ci sono dei mostri sacri, attori che hanno scritto la storia della recitazione, del cinema e del teatro. Onestamente non mi ispiro ma li osservo, cerco di capire, di cogliere un modo particolare - che magari mi sorprende - di raccontare i personaggi. Nel nostro caso è necessaria una continua concentrazione, un continuo studio. Devi essere credibile, sempre, perché altrimenti il pubblico se ne accorge. Se tu sei una persona poco seria ma brava, non duri tanto, come in tutti i lavori del resto. Io apprezzo questo dei miei colleghi, ed è la prima cosa che vedo.
È dal 1998 che sei in Upas ed hai avuto la possibilità di crescere professionalmente anche grazie a questo prodotto. Oggi ci sono molti attori giovani all’interno della soap, secondo te quali di questi hanno le qualità e la caparbietà per avere il tuo stesso successo?
Il successo è una cosa singolare, non esiste lo stesso successo. I riscontri che tu hai rispetto a quello che tu fai negli anni è molto personale. Un posto al sole è stata sempre una scuola che ha messo nelle condizioni i giovanissimi di emergere, come ad esempio nel caso di Vincenzo Messina (Nunzio) che è un attore giovanissimo che può fare delle cose molto interessanti. Rispetto a quelli che ci sono adesso, credo che Un posto al sole sia una bella palestra. Loro devono capire che non è facile e che sono molto fortunati a stare in un prodotto del genere, poiché hanno la possibilità di girare e di mettersi alla prova confrontandosi con attori con più esperienza, e questo credo sia veramente il sogno di tutti quelli che vogliono affacciarsi a questo mestiere. Quindi, io dico a questi ragazzi di essere seri, perché la serietà paga. Se sei puntuale e serio, i risultati arrivano. Se pensi che tutto ciò che hai ti sia dovuto, sbagli. La serietà è un’arma che ti consente di conquistare grandi palcoscenici e grandi possibilità.
Hai progetti in cantiere per il futuro?
Il futuro in questo momento è il mio presente. In tempi come i nostri, il futuro è fare bene quello che stai facendo oggi; questo è il mio motto, per cui diventa veramente relativo il futuro. Mi auguro che sia quello di continuare a fare questo mestiere che amo tanto; magari se capiterà di fare altro, in un’altra produzione, cercherò di fare il massimo. Il mio futuro è ancora in gioco e quando arrivano le occasioni bisogna sempre mettere a fuoco i progetti, e cercare di fare bene sempre.

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