Un posto al sole: Tv Soap intervista l'head writer PAOLO TERRACCIANO
I lettori di Tv Soap sono ormai abituati da qualche anno a leggere le nostre interviste agli attori delle soap opera italiane (ed anche straniere). Oggi, invece, abbiamo incontrato per voi qualcuno che lavora dietro le quinte: si tratta del capo-sceneggiatore di Un posto al solePaolo Terracciano, con cui abbiamo fatto una breve ma interessante chiacchierata che comprende anche uno sguardo sulle storie future.
A cura di STEFANO TELESE per TvSoap.it (foto di Paolo Terracciano da NapoliCittaSociale.it)
Paolo Terracciano, Head Writer della longeva soap Un Posto al Sole. 18 anni di UPAS, sensazioni ed auspici per il futuro.
Abbiamo raggiunto proprio in questi giorni la maggiore età, ora puntiamo ad arrivare all’età del matrimonio e dei figli… Anche se qualcuno c’è già stato, come le serie di Un posto al sole d’estate e il film di Natale, perciò per il futuro ci auguriamo qualche altra sperimentazione o spin-off.
Da sempre Un Posto al Sole si distingue nel suo genere per i continui richiami ai filoni “social”. Possiamo anticiparne qualcuno futuro?
Una nuova storia dal finale non scontato coinvolgerà Franco, il centro d’ascolto e due personaggi nuovi, due sorelle problematiche. Le motivazioni dei nostri personaggi e il loro impegno saranno messi a dura prova. Affronteremo anche il tema dell’omosessualità in età adolescenziale.
Se dovesse individuare il periodo clou di questa nuova serie, quando lo collocherebbe?
Nella narrazione daily non può esserci un periodo clou. Non è una corsa a scatti, ma una maratona lunga 250 puntate. C’è una costanza, una regolarità di marcia all’interno della quale le singole storie, in momenti diversi, vivono i loro picchi.
C’è un personaggio e/o una storia passata che l’ha particolarmente intrigata e colpita?
Quella che mi viene in è la puntata monotematica su Michele e il fantasma di suo padre, ma tutte le storie rappresentano un momento delle vita di Un posto al sole e di noi scrittori, anche le meno riuscite nel loro momento avevano la loro ragione d’essere.
È di questi giorni il dramma di Marina e di questa sua nuova scoperta. Qual è il messaggio che la soap vuole lanciare per questo delicato tema?
È un messaggio positivo sull’importanza della prevenzione. Marina grazie alla diagnosi precoce farà un percorso di cura, difficile ma affrontato in maniera tempestiva.
Un Posto al Sole è sempre più ai vertici della televisione italiana. Quali, secondo lei, i punti di forza della soap napoletana.
Fedeltà e rispetto verso noi stessi e il nostro pubblico nel raccontare i personaggi, è un patto che col pubblico in 18 anni non è stato mai tradito.
Un posto al sole è un contenitore di tanti generi: il classico melò tipico del linguaggio soap, la commedia, i temi social, le storie familiari e la città di Napoli sono una combinazione vincente.
Dando uno sguardo alle storie passate e raccontate in Un Posto al Sole c’è qualcuna di queste che non rifarebbe?
Potrei sicuramente fare degli esempi, ma non mi sento di rinnegare niente. Le storie nascono sempre da una motivazione che ha senso nel momento in cui vengono scritte. Produrre tante storie a settimana è comunque difficile per cui si possono fare errori, l’importante è farli in buona fede ed essere pronti a ripartire con l’obiettivo di fare meglio!
Ha un desiderio, relativo alla scrittura e ad Un Posto al Sole che non è riuscito ancora a realizzare?
Anni fa sia con Fremantle che con la Rai si è parlato di una puntata in diretta o di una puntata musical, alla fine non si sono fatte. A volte è meglio che i sogni restino nel cassetto…
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