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Gli ex di Tempesta d'amore: Tv Soap intervista Saša Kekez (Goran)

Qualche mese fa abbiamo assistito all’uscita di scena di Goran, partito per l’Argentina per realizzare il suo grande sogno: diventare un vero attore. Facciamo dunque un bilancio della lunga esperienza di questo personaggio a Tempesta d’amore ed abbiamo deciso di parlarne direttamente con il suo interprete Saša Kekez. Ecco dunque cosa ha raccontato il simpatico attore a noi di TvSoap!

A cura di Elisa Chieno per TvSoap.it - Riproduzione vietata

Ciao Saša! Grazie mille per il tuo tempo. Sei uscito dalla soap dopo aver fatto a lungo parte del cast fisso: guardandoti indietro, come descriveresti il tuo Goran?

Spumeggiante, divertente e pieno di ironia. Ma anche un po’ spaccone: vuole sempre qualcosa di più di ciò che è. E poi è indubbiamente molto sicuro di sé… forse troppo! (ride) Combina dei guai, ma non lo fa mai con cattiveria: Goran è un bravo ragazzo, che si fa guidare un po’ troppo dall’istinto e dall’entusiasmo, ma ha un grande cuore. Però, ecco, forse ogni tanto esagera un pochino.

Quanto c’è stato di Saša in Goran e viceversa?

Sicuramente siamo entrambi dotati di una notevole vena ironica. Detto questo, come attore quando interpretavo Goran potevo attingere alle mie esperienze personali. Ad esempio, la sua frustrazione nel vedere il suo sogno di diventare attore sempre infrangersi la capisco molto bene e l’ho vissuta sulla mia pelle con molti casting finiti con un buco nell’acqua. Però, ecco, a parte questo io e Goran rimaniamo due persone abbastanza distanti. Non sono così spaccone, esuberante ed esibizionista.

Dal suo ingresso alla sua uscita di scena Goran è molto cambiato: come descriveresti questa evoluzione?

Beh, oserei dire che è uno dei personaggi che più è cresciuto in così poco tempo. Ha vissuto molte esperienze nuove che l’hanno fatto maturare, cambiare prospettiva sulla vita e capire ciò che davvero è importante, imparando a mettere il resto in secondo piano.

Goran sembrava divertirsi a raccontare un sacco di frottole: pensi che la verità sia importante o ritieni che qualche piccola bugia non faccia troppi danni?

Ehm… (inizia a ridere) Io penso che si dovrebbe dire la verità… ma che qualche piccola bugia non fa troppo male. Ad esempio, se si dice una piccola bugia che non danneggia o ferisce a nessuno ma può invece rendere felice l’altra persona, allora va bene. Ma se invece c’è dietro un cattivo intento allora non è più accettabile. Insomma, bugie “di emergenza” o piccole frottole vanno bene, ma non bisogna esagerare.

Goran è indubbiamente una persona estremamente eclettica: hai anche tu molti talenti ed interessi variegati?

Sì, assolutamente. Sicuramente come Saša ho potuto esprimere al meglio tutti i lati artistici di Goran (come quando doveva recitare poesie, leggere testi, essere iperattivo) e me la sono cavata bene anche con canto e ballo. Tutte queste cose come Saša le faccio volentieri perché fanno anche parte di me. Però c’è anche il Saša che ama starsene a casa davanti alla Play Station… Insomma, io e Goran condividiamo indubbiamente dei talenti: canto, danza, recitazione, scrittura mi rispecchiano, ma sono anche altro.

Nel corso della sua esperienza a Tempesta abbiamo visto Goran tentare più volte di entrare nel mondo dei musical: l’hai fatto anche tu?

Sì e no. All’inizio volevo frequentare una scuola per musical, ma poi alla fine ho optato per la sola recitazione. Ammetto che ripensandoci è stato un po’ un peccato: avrei voluto davvero molto avere delle vere lezioni di canto e ballo. Ho preso qualche lezione di danza ed ho una voce che non è male, in più nella scuola di recitazione abbiamo avuto qualche lezione di canto, ma, ecco, avrei voluto poter approfondire di più.

Beh, sei ancora in tempo a farlo in futuro…

Questo è verissimo!

Goran era indubbiamente dotato di una grandissima fantasia: è una dote che hai anche tu?

Ogni attore deve essere dotato di una buona dose di fantasia. Ora, Goran ogni giorno ne tirava fuori una nuova e sicuramente non raggiungo i suoi livelli, ma direi che me la cavo.

Se avessi potuto sostituirti ad uno sceneggiatore, che storia avresti scritto per Goran?

Sicuramente mi sarebbe piaciuto approfondire un po’ più il passato di Goran per capire perché oggi è così: un’infanzia difficile, genitori assenti… magari un’adozione. Insomma, avrei voluto che venissero messe a nudo le sue ferite per poter capire e far capire meglio perché oggi è il ragazzo che è. Sarebbe stato davvero importante per guardare sotto la maschera…
Altrimenti lo avrei voluto protagonista di storyline avventurose, piene di azione, ma direi che sono stato abbastanza accontentato. Però se avessero dato retta a me, Goran avrebbe ottenuto il controllo del Fürstenhof e l’avrebbe trasformato in uno streap club! (ride di gusto)

Passiamo a te come attore. Hai avuto modo di lavorare sia in teatro che in televisione: quali differenze hai riscontrato?

Ci sono enormi differenze, a partire dalla stessa tecnica di recitazione: sul palcoscenico bisogna riuscire a raggiungere anche le ultime file di spettatori, in televisione hai una cinepresa a pochi centimetri da te. In teatro si può dare enfasi, lavorare dieci, venti volte su un passaggio. Su un set televisivo, invece, ogni giorno hai una nuova puntata, un nuovo stato d’animo e tutto deve coincidere alla perfezione: è qualcosa di abbastanza difficile all’inizio, è un lungo e difficile processo di apprendimento. Ho però avuto la grande fortuna di poter collaborare con un teatro di Monaco mentre già lavoravo per Tempesta d’amore: in questo modo ho potuto alternare le riprese sul set ad un po’ di canto, danza e palcoscenico.

Nel corso della tua carriera hai interpretato più ruoli positivi o negativi?

Credo di aver interpretato quasi esclusivamente ruoli positivi. Naturalmente durante la scuola di recitazione bisogna cimentarsi con un po’ di tutto. E poi qui al teatro di Monaco ho interpretato un personaggio inizialmente negativo che però dopo un’introspezione subisce un’evoluzione positiva. Però, ecco, direi quasi esclusivamente ruoli positivi.

Quando hai preso la decisione di diventare attore?

Credo che in ogni professione ci sia una componente di sogno, aspirazione. Io fin da piccolo sognavo di poter salire un giorno su un palcoscenico, ma forse dopotutto ogni bambino sogna di diventare una star… (ride) Ad ogni modo ho fatto tantissimo teatro a scuola, già all’asilo. Poi anche con dei corsi extracurriculari. I miei genitori volevano però che facessi qualcosa di “giusto” e così ho preso la maturità, ho lavorato per una rivista e poi in un’agenzia di casting. È stato a quel punto che ho detto “Stop! Vado in una scuola di recitazione. Costi quel che costi”. E penso proprio sia stata la scelta migliore che potessi fare.

Deduco che tu sia l’unico nella tua famiglia ad aver scelto un ramo artistico…

Sì, decisamente. Purtroppo i miei genitori sono già scomparsi: mio padre era un macellaio e mia madre una cassiera. Mia sorella lavora nel settore contabile. Insomma, credo che nessuno nella mia famiglia abbia mai avuto una grande vena creativa: i miei genitori penso non siano mai stati a teatro… ma c’è da tenere presente che venivano da un piccolo paesino della Croazia e le possibilità lì erano diverse!

E tu invece sei nato in Germania?

Sì, io sono nato e cresciuto qui. La migliore amica di mia madre era un tempo insegnante di pianoforte in Croazia e mi ha dato delle lezioni qui. Questo mi ha fatto scattare qualcosa: senza di lei probabilmente sarei finito anch’io a lavorare in una banca o qualcosa di simile.

C’è un attore o un’attrice in particolare che ha rappresentato un modello un’ispirazione per te?

Ci sono moltissimi attori che ammiro, ma non è facile trovarne uno che ti faccia dire “Wow!”. Guardando a Hollywood adoravo Philip Seymour Hoffman, purtroppo scomparso poco tempo fa, e poi ammiro molto l’attrice francese Isabelle Huppert. Capita poi molte volte che rimanga estasiato da alcune scene dei miei colleghi. Insomma, non parlerei di modelli, ma più che altro di ispirazione e motivazione che mi arrivano da altri attori.

Cosa consiglieresti ai giovani che sognano di diventare attori?

Direi: “Se è davvero quello che volete fare e sentite dentro che dovete farlo e tirare fuori quel qualcosa da dentro di voi, allora fatelo!”. Se invece pensate “Ah, se faccio l’attore poi divento famoso”, allora evitate, per il semplice fatto che non realizzerete mai quello che sperate. I giovani devono capire che nessuno verrà mai a dirti “Ti voglio ad ogni costo nel mio film”. È un lavoro davvero duro, basato sui contatti e bisogna sempre affrontare dei lunghi periodi in cui si resta disoccupati e bisogna rimboccarsi le maniche per arrivare a fine mese. Insomma, penso esistano lavori più facili.

Detto questo, se pensate davvero che sia questo che volete e dovete fare, allora fatelo ad ogni costo. Perché credo che quando ti brucia davvero questo fuoco dentro, non si sarà mai felici se si fa qualcosa di diverso dal recitare. Una volta capita la propria strada, è poi fondamentale ottenere una buona formazione con una scuola di recitazione e poi tanto teatro. Ci sono attori che iniziano subito a lavorare con la cinepresa e con risultati ottimi, ma sono casi abbastanza rari.

Tu hai iniziato dunque col teatro?

Sì, assolutamente. Ho frequentato una scuola di recitazione che preparava per il teatro. Ma già durante la scuola ho girato molto con la telecamera e recitato a teatro in modo da essere pronto per entrambe le professioni. Terminata la mia formazione, ho girato un film e poi diverse serie televisive.

Com’è recitare in una soap opera? Trovi la routine quotidiana molto faticosa?

Per me non tantissimo, perché per fortuna non sono mai dovuto rimanere sul set ogni giorno dalla mattina alla sera così come fa ad esempio invece la coppia protagonista. Ovviamente ogni settimana era diversa, ma ho spesso avuto dei giorni parzialmente o completamente liberi dalle riprese. In questo modo ho avuto parecchio tempo libero e in più sono molto veloce ad imparare i testi… insomma, non posso proprio lamentarmi! Poi ovviamente sono capitate anche a me le settimane con 50 pose, in cui dovevo stare sul set tutto il giorno tutti i giorni ed indubbiamente sono state esperienze stancanti. Però, ecco, non paragonerei questo genere di fatica con altri mestieri, come un lavoro nelle miniere. (ride)

In generale cosa hai amato particolarmente di Tempesta d’amore?

Sicuramente i miei colleghi: con loro ho passato dei momenti indimenticabili dentro e fuori dal set. Ma ogni giorno di riprese è stato sempre una bellissima esperienza, grazie al team fantastico di Tempesta: amichevole e professionale allo stesso tempo. Questo come attore. Come telespettatore amo le storyline, questa aria fiabesca che non ti obbliga a prendere tutto eccessivamente alla lettera e renderlo reale. In questo modo si ha molta più libertà ed è qualcosa che amo.

C’è qualcosa che non ti aspettavi e ti ha sorpreso, sia positivamente che negativamente?

Prima di approdare a Tempesta ho lavorato in un’altra serie della Bavaria FIlm: “Herzflimmern”, una serie medica. Vi ho partecipato dall’inizio alla fine, anche perché la serie è durata solo un anno. Di conseguenza sapevo già un po’ quello che mi aspettava e come si lavora qui. Diciamo che è stata una piacevole conferma.

Prima di arrivare a Tempesta avevi già lavorato con alcuni dei tuoi attuali colleghi?

Conoscevo alcuni degli addetti alla regia o dei tecnici. Per quanto riguarda gli altri attori, conoscevo Jan van Weyde (Xaver), ma è andato via poco dopo il mio arrivo. Inoltre una guest star che si è fermata solo 3 mesi.

Tra l’altro Goran e Xaver sono stati spesso accostati come personaggi…

Sì, in effetti abbiamo avuto una funzione molto simile all’interno della storia.

C’è un collega in particolare con cui hai amato in assoluto di più girare?

Dipende. Per un periodo, ad esempio, per via delle trame ho avuto molto a che fare con Melanie Wiegmann (Natascha) ed è stato davvero divertente: sia Goran che Natascha sono dei personaggi un pochettino sopra le righe e Melanie ha un’incredibile vena comica. Poi ovviamente ho avuto molte scene con Tina e Coco: entrambe sono davvero fantastiche. Ah… dimenticavo Mona (Charlotte): ho dei ricordi stupendi delle scene con lei. E il periodo in cui le facevo da bodyguard è stato davvero divertente. L’unico rimpianto è non aver avuto la possibilità di girare di più con lei, ma purtroppo le trame non lo hanno permesso.

C’è una scena che hai preferito in assoluto tra quelle girate a Tempesta?

In generale direi tutte quelle in cui giravo con Barbara von Heidelberg, ma se ne devo scegliere una opto per quella in cui, durante la competizione per diventare “Volto della Baviera” mi sono dovuto cimentare nella mungitura di una capra mentre indossavo un costume bavarese e le cantavo “Love me tender”… Povero me! (ride) Però è stata una delle scene più divertenti in assoluto.

Hai per caso una scenografia preferita?

Tutti dicono sempre di amare girare le scene all’aperto davanti al castello (dice con voce finta sognante), ma confesso che io ho amato molto di più lavorare negli studi… e non solo quando fuori c'erano 10 gradi sotto zero. In particolare ho amato molto la scenografia dell’appartamento che Goran e Tina hanno condiviso all’inizio: adoravo girare lì. Visto il lavoro di facchino di Goran, mi sono spesso trovato a girare nella lobby del Fürstenhof o al pianobar: sono entrambi set stupendi, ma il mio vecchio appartamento rimane irraggiungibile.

Puoi raccontarci un aneddoto particolarmente divertente avvenuto sul set?

Ogni settimana succedeva letteralmente di tutto… Ad esempio, la storia della capra di cui parlavo prima non la dimenticherò mai! E poi una volta con David Paryla (Martin) avevamo una scena in cui dovevamo bere del liquore: normalmente nei bicchieri ci mettono acqua, ma in quel caso era vera grappa… ed erano le nove di mattina! È un po’ prestino anche qui in Germania… (ride)

Conosci bene l’Italia? Ti rechi spesso nel nostro Paese?

Purtroppo solo una volta in occasione del matrimonio di un mio conoscente, che si sposò in un paesino delizioso sulle rive del Lago di Garda…

Ovviamente!

Eh sì, noi tedeschi siamo sempre lì! (ride)

Molti attori sono alla costante ricerca della notorietà, mentre altri ritengono un’eccessiva popolarità una condanna: tu cosa ne pensi? Ritieni che la fama sia qualcosa di positivo o negativo?

Credo che sia un tema da non trattare con leggerezza. Ritengo che più che su quanto si è o si vorrebbe diventare famosi, ci di dovrebbe focalizzare su ciò che si vuole fare di questa “fama”. Penso sia importante prestare il proprio nome, il proprio volto per sensibilizzare la gente su questioni importanti: beneficenza, ricerca, malattie, fondazioni umanitarie, parità dei diritti. Quando si riesce a farlo, penso sia una cosa davvero bella. Detto questo, ovviamente fa piacere venire riconosciuti grazie al proprio lavoro ed anche poter rendere felici le persone con poco: un autografo, una foto…

C’è ovviamente anche l’aspetto negativo: oltre ai fan, ci sono sempre anche i detrattori. Al giorno d’oggi chiunque può andare su internet e scrivere cose cattive su di te… e non è così piacevole! Vorresti dire “Faccio il mio lavoro: va benissimo che non ti piaccia quello che faccio, ma per favore rispettalo”. Insomma, ci sono aspetti positivi e negativi e penso che sia importante cercare di sfruttare quelli positivi nel migliore dei modi.

Utilizzi spesso i social network? In che modo tieni i contatti con i tuoi fan?

Sì, certo. Su Facebook ad esempio ho un account privato che riservo solo ai miei amici intimi e le persone che conosco nella mia vita privata, ma non accetto i fan. E poi ho una fanpage dove posto foto, racconto cosa faccio, cerco di tenere i contatti leggendo ciò che mi scrivono e rispondendo nel limite del possibile... (ride)

Goran è partito per l’Argentina per realizzare il suo grande sogno: diventare attore. Anche Saša ha un sogno nel cassetto che vorrebbe realizzare?

Il mio sogno è poter vivere la normalità. Ci sono persone che dicono “Vorrei una casa enorme e una decina di auto”. Per me non è così. Penso che in una vita normale ci sia una casa, una famiglia ed anche una certa sicurezza economica: la possibilità di non contare ogni singolo centesimo speso, ma di potersi concedere qualche piccolo piacere…come andare a mangiare fuori coi propri cari. Insomma, vorrei poter avere una bella vita e penso che questo sia molto più di quanto molte persone possano dire di avere. Insomma, vorrei una bella casa dove crescere la mia famiglia, essere in buona salute e continuare a lavorare come attore. Niente ville a dieci piani, niente jet privato…

Niente Hollywood, insomma!

Beh, se ne avessi la possibilità girerei volentieri in un film di Hollywood… anzi più che volentieri! (ride)

Andare tutti i weekend a Berlino sarebbe un po’ difficile però!

In effetti in quel caso avrei bisogno anch’io di un jet privato! (ride) Scherzi a parte, credo davvero che una bella vita in cui puoi dire “Si tratta di me e della mia famiglia” e fare il lavoro che si ama abbia un valore inestimabile. Vivere la propria vita, saper vivere davvero la vita, penso sia la cosa più preziosa a cui possiamo aspirare!!!

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A cura di Elisa Chieno

© TvSoap.it - Riproduzione vietata

(Pubblicato il 26 gennaio 2015)


 


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