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Tempesta d'amore: Tv Soap intervista NICOLA TIGGELER (Barbara)

In questi anni a Tempesta d’amore si sono succedute numerose dark lady, ma nessuna è mai riuscita ad eguagliare la “cattiva” per eccellenza: l’indimenticata Barbara Von Heidenberg. In occasione dell’ultimo ritorno di questo amatissimo personaggio che sta tenendo banco proprio in questi giorni sui nostri teleschermi, abbiamo intervistato per voi l’attrice che ormai da anni presta il volto alla “strega del Fürstenhof”: Nicola Tiggeler. La bravissima interprete ci ha parlato del suo personaggio, del rapporto con la soap ed i colleghi, ma anche della sua passione per il canto, il suo “secondo lavoro” e molto altro ancora! Se volete scoprirne di più, non vi resta che leggere…

Intervista di ELISA CHIENO per TvSoap.it - riproduzione vietata

Buongiorno Nicola, che piacere rivederla sul set di Tempesta!

Sono la prima ad esserne felicissima: è davvero come tornare a casa (spiega con un sorriso).

Avrebbe mai pensato che sarebbe tornata in questa soap ben quattro volte? È stata una grossa sorpresa quando qualche mese fa è stata contattata nuovamente dalla produzione?

Questa volta in realtà non è stata una grande sorpresa: fu invece totalmente inaspettato quando mi chiamarono per il primo ritorno di Barbara, in quando il mio personaggio doveva essere morto. La sua uscita di scena con la caduta dalla rupe in montagna era infatti stata intesa dagli autori come una fine definitiva ed anch’io ero sinceramente convinta che questo ruolo fosse ormai concluso.

E cosa ha convinto gli autori a cambiare idea?

Il pubblico! I telespettatori non sembravano rassegnarsi ad un’uscita di scena definitiva e di conseguenza si trovò un modo per giustificare il fatto che Barbara fosse ancora viva per farla tornare al Fürstenhof. Ecco, questo primo ritorno fu davvero un’enorme sorpresa per me. Poi, le sue successive uscite di scena furono più “classiche”: la seconda volta finì semplicemente in prigione e la terza è quasi morta… insomma niente di speciale (commenta ridendo). Scherzi a parte, quando si riesce a far tornare un personaggio la prima volta, poi quelle successive diventano molto più semplici da giustificare.

Quale delle sue quattro esperienze a Tempesta l’ha appassionata maggiormente?

Non è facile dare una risposta. Mi spiego: il primissimo ingresso di Barbara fu particolarmente bello in quanto ebbi davvero la possibilità di sviluppare il ruolo partendo da zero, mentre le volte successive i telespettatori ormai conoscevano già il personaggio, il suo carattere, il suo modo di agire, gli intrighi ecc. Nonostante ciò, gli autori sono stati bravissimi a trovare ogni volta un espediente molto credibile per giustificare il suo ritorno in scena: la prima volta con l’amnesia, mi ritrovavo ad essere bionda, buona e con una nuova identità, salvo poi cedere nuovamente al mio lato malvagio. In quel contesto ho amato molto la storyline che la vedeva nei panni decisamente insoliti di madre con Ben (Johannes Hauer). E poi ovviamente tutta la storia del carcere, il processo, il rapporto con il suo avvocato Götz Zastrow (Andreas Borcherding), che lei usò per i propri scopi salvo poi sbarazzarsene. E infine ora amo moltissimo questa trama che la vede con una sorella, buona, ma non troppo…

Pensa che questa sarà l’ultima volta che vedremo Barbara?

Non penso proprio! (esclama ridendo)

In questo suo ultimo ritorno, abbiamo visto una Barbara molto cambiata: anche in passato lei vedeva dei lati buoni nel suo personaggio o lo riteneva la classica supercattiva a tutto tondo?

Assolutamente la prima! Quando si interpreta un personaggio negativo che è cattivo al 100% diventa estremamente noioso sia per me come attrice sia per i telespettatori. Per questo motivo è importante che, pur se in un contesto di malvagità, il personaggio abbia dei lati positivi come i sentimenti materni, di amore, e così via. Altrimenti non è più un personaggio, ma una caricatura, un cliché, e diventa noioso e scontato.

Come descriverebbe l’evoluzione di Barbara nel corso degli anni?

Credo che pian piano si sia evoluta da semplice antagonista ad un vero e proprio personaggio con delle motivazioni dettate dalla sua natura e dai suoi bisogni di essere umano. Naturalmente il mio rimane un ruolo di antagonista, necessario in una serie… dopotutto è una favola e senza una “cattiva” non funzionerebbe. Però Barbara si è evoluta sviluppando una sua personalità estremamente complessa e questo da interpretare è stato fantastico. E poi è invecchiata insieme a me (aggiunge ridendo)!!! Nel corso degli anni lei si è evoluta come donna, così come ho fatto io come persona e come attrice ed è fantastico poter unire queste due crescite in un personaggio e mostrare il tutto ai telespettatori.

Com’è interpretare un ruolo negativo?

È entusiasmante, divertente… un attore non potrebbe davvero chiedere di più!

Le è capitato spesso di vestire i panni della cattiva?

Spesso sì… soprattutto per via del mio aspetto: avendo i capelli scuri, come attrice sono in qualche modo “predestinata” per i ruoli “dark”… così vuole il cliché: biondo è buono, nero è cattivo! Al di là di questo, ho sempre interpretato donne forti, dal carattere deciso… mai donne dolci o fragili, ecco.

Ma questo perché preferisce lei questo genere di ruoli “forti” o le è stato in qualche modo “imposto”?

No, un attore può in teoria interpretare qualunque ruolo, ma tutti i produttori con cui ho lavorato evidentemente mi hanno vista più portata per certi tipi di personaggi. Ad esempio mi piacerebbe molto interpretare ruoli comici, ma mi accade molto raramente…. Tranne che a teatro, dove in effetti è accaduto qualche volta. Ma davanti alla cinepresa quasi mai. Peccato, perché mi piacerebbe molto interpretare un ruolo divertente.

Trova i ruoli negativi più o meno facili da interpretare?

La complessità del personaggio fornisce sempre molto materiale all’attore e rende il lavoro interessante. Detto questo, personalmente trovo interpretare a lungo un personaggio positivo un po’ noioso (confessa ridendo).

Nel corso degli anni a Tempesta d’amore abbiamo visto molte "cattive", ma Barbara è rimasta indubbiamente quella più celebre ed amata: quale crede sia la ragione di questo successo col pubblico? Cosa rende questo personaggio così speciale?

Credo molto sia dovuto al modo in cui è stata scritta: è cattiva ma in modo affascinante, non fastidioso. Credo che questo suo fascino abbia conquistato la gente. E ne sono felicissima: non sai la sorpresa e la gioia quando i fan mi scrivono “Quando torna Barbara?”. E questo avviene sia in Germania che in Italia: ho persino un fansclub nel vostro Paese.

Nelle scorse due stagioni il ruolo della dark lady era stato ricoperto da Doris Van Norden, interpretata da Simone Ritscher: ha avuto modo di vedere scene con Doris? Qual è stata la sua impressione?

Non moltissime, ma alcune sì. Sul set ho avuto modo di conoscere brevemente Simone ed abbiamo parlato dei rispettivi personaggi, ma non abbiamo avuto molto tempo.

Avrebbe recitato volentieri insieme a Simone Ritscher??

È difficile dare una risposta. Mi spiego, è sempre piacevole girare con colleghi bravi come Simone, ma credo che due dark lady contemporaneamente siano un po’ difficili da reggere in una soap.

Però Barbara si sta trovando proprio in questo periodo in una “convivenza” con un’altra cattiva… sua sorella Patrizia! Avrebbe mai immaginato che un giorno Barbara avrebbe trovato una sorella al Fürstenhof?

In una soap tutto è possibile (esclama ridendo)! Si possono trovare dietro ad un cespuglio figli, genitori, zii… e perché non una sorella (ride di nuovo)! Scherzi a parte, sono molto felice di questa trama perché posso mostrare il lato umano di Barbara, i sentimenti verso dei familiari… dei sentimenti veri che non vengono intaccati dal suo lato cattivo.

Com’è stato girare insieme a Nadine Warmuth?

Molto bello. Ci siamo trovate subito, nonostante lei sia un’attrice molto giovane, e penso che per lei non sia stato facile relazionarsi con me che sono nell’ambiente da molti anni, conosco benissimo la serie ed il personaggio. Però al tempo stesso credo che abbia potuto imparare molto da me e dalla mia esperienza, specialmente visto che il ruolo di “cattiva” è passato a lei.

Entrambe le sorelle hanno una propensione per la cattiveria: crede che la malvagità abbia qualcosa di genetico o, piuttosto, che sia legata all’educazione?

Sinceramente penso abbia più a che vedere con l’educazione, il modo in cui si viene cresciuti, rispetto a qualcosa di genetico: credo non si venga al mondo buoni o cattivi… sarebbe davvero strano! Non riesco proprio ad immaginarmelo.

Ritiene che si debba sempre pagare per i propri errori o crede nel perdono?

Credo che siamo su questa terra solo una volta e dovremmo fare il possibile per fare il bene, perché non sappiamo se avremo mai la possibilità di fare meglio. Bisognerebbe vivere secondo il principio del “non faccio ciò che non vorrei venisse fatto a me”, che poi non è altro che ciò che è alla base di filosofie come quella cristiana o buddista. Credo poi molto nella compassione, che ritengo essere la più grande qualità dell’uomo in assoluto.

Quanto c’è di Nicola in Barbara e viceversa?

Credo molto molto poco. Sicuramente abbiamo in comune l’intelligenza, ma lei è una stratega mentre io non amo molto pianificare. Cioè, posso al massimo programmare il mio prossimo viaggio in treno, ma non vado molto oltre (esclama ridendo)! E questa è un’enorme differenza. Comunque ci accomuna anche il fatto di essere persone estremamente emotive. Barbara però ovviamente porta questa emotività all’eccesso e così si arriva ai “drammi” che vediamo in scena. Quello che i telespettatori devono capire è che è un po’ come nel teatro greco: questo eccesso non è la realtà, ma finzione artistica. Purtroppo ciò non sempre viene capito, mentre altre volte la gente arriva ad amare questo eccesso perché è qualcosa che non può trovare nella vita di tutti i giorni.

Se potesse scegliere, quale storia scriverebbe per Barbara?

Ci sarebbe ancora tantissimo da raccontare: io sono davvero convinta che il personaggio non sia finito, ma abbia molto da dare. Si potrebbe ad esempio ulteriormente indagare su questa sua tempesta emotiva che la porta a passare da un’estrema bontà ad un’estrema malvagità. E poi sarebbe ovviamente interessante indagare di più sul suo passato, la sua famiglia, capire cosa l’ha portata ad essere la spietata assassina che abbiamo conosciuto.

Passiamo alla sua carriera: oltre in televisione, ha avuto modo di lavorare anche in teatro?

Ho lavorato tantissimo in teatro. In realtà io originariamente vengo dal mondo dell’opera come cantante: ho studiato canto lirico come mezzo soprano ed ho iniziato a lavorare prima nelle opere, poi nei musical e infine in teatro come attrice. Adoro tutte e tre queste professioni e ancora oggi cerco quando posso di andare in tournée a teatro, anche insieme a mio marito.

È un peccato che nella soap non abbiamo mai avuto la possibilità di sentirla cantare…

In effetti purtroppo a Tempesta d’amore non c’è mai stata occasion ed è un vero peccato, perché il canto è qualcosa che ho studiato a livello professionale. Probabilmente una bella voce è considerata qualcosa di non adeguato ad una cattiva... (conclude ridendo)

Ma non si sa mai…

Infatti! Abbiamo ancora molto tempo direi. D’altronde se un gatto ha sette vite, Barbara come minimo ne ha un paio in più! (ride)

Quali differenze ha riscontrato tra il lavoro in teatro e quello in televisione?

Allora, teatro e televisione sono due lavori completamente diversi. Il tipo di televisione che facciamo qui a Sturm der Liebe, però, è ulteriormente differente in quanto si distingue dalla normale recitazione davanti alla telecamera in molti aspetti. Prima di tutto perché dobbiamo fare tutto molto in fretta. Secondo, perché dobbiamo sempre fare una scena completa senza frammentazioni. Tutto questo paradossalmente è molto più vicino al teatro e fa sì che gli attori con una formazione teatrale ne risultino facilitati. Poi ovviamente la recitazione davanti alla telecamera è molto diversa da quella sul palcoscenico, dove per forza di cose bisogna “esagerare” le grandi emozioni e fare un grosso lavoro sull’uso della voce, che è una delle mie grandi passioni. Davanti ad una cinepresa per forza di cose tutto questo non c’è.

Quindi lei preferisce in lavoro in teatro a quello in televisione?

Indubbiamente amo i grandi palcoscenici ed amo sperimentare le tecniche vocali, tanto che sono diventata un’insegnante nel campo ed ora do lezioni a studenti o colleghi. Questa è però una passione che posso coltivare solo in un contesto teatrale e non in ambito di riprese televisive o cinematografiche.

Di cosa si è occupata negli ultimi anni quando non era impegnata sul set di Tempesta d‘amore?

Mi sono dedicata soprattutto alla mia attività di coach vocale di cui parlavo poco fa. Lavoro con molti colleghi attori, ma non solo: anche in ambito aziendale, manager, presentatori, insegnanti, giornalisti o persino politici. Ci sono moltissimi professionisti per cui l’uso della voce è fondamentale, specialmente quando si crea una discrepanza tra le loro reali competenze e la capacità di trasmetterle, comunicarle. Ciò che amo particolarmente di questo lavoro è che mi permette di essere totalmente indipendente: sono io che decido se e chi seguire. Sono il capo di me stessa e questo è impagabile.

Quando ha preso la decisione di intraprendere la professione di attrice?

A quattro anni già avevo deciso che sarei diventata una cantante d'opera! Volevo essere sul palcoscenico, volevo cantare: questo mi era chiarissimo. Di conseguenza ho iniziato a studiare canto e recitazione e poi subito dopo la maturità mi sono trasferita ad Amburgo, dove ho frequentato una scuola professionistica per musica e teatro ed ho iniziato a calcare i palcoscenici.

Cosa consiglierebbe ai giovani che sognano di diventare attori?

È una domanda che mi viene fatta spesso dal momento che lavoro in una scuola. Quello che ripeto sempre ai ragazzi è che la cosa più importante è capire che purtroppo al giorno d’oggi per chi si avvicina a questa professione la situazione è diventata molto difficile, perché c’è meno lavoro: non ci sono più contratti fissi e si è ridotto notevolmente il numero di spettacoli o serie televisive. Insomma, un attore non è un impiegato. Di conseguenza bisogna purtroppo mettere in conto di non poter vivere con questo lavoro, soprattutto all’inizio. Ma molto spesso questa è solo una fase e per superarla non bisogna disperarsi, bensì tener duro.

Com’è stato tornare a girare con i suoi ex colleghi?

È stato davvero come tornare a casa: è la quarta volta che mi trovo a recitare su questo set e conosco praticamente ogni singolo collega. Ovviamente alcuni attori sono cambiati, ma le figure principali come Mona (Charlotte Saalfeld), Dirk (Werner Saalfeld), Joachim (André Konopka) sono sempre lì. E soprattutto il resto del team di registi, truccatori, tecnici, costumisti è quasi immutato. Di conseguenza mi trovo davvero a lavorare in un ambiente non solo familiare, ma fidato e questo è una grande una gioia.

Aveva già lavorato con alcuni dei suoi attuali colleghi prima di "Tempesta d’amore"? C’è qualcuno in particolare con cui ama girare?

Conosco Dirk da molti anni ai tempi del teatro: eravamo nella stessa agenzia e lui recitò insieme a mio marito. È stato però qui a Tempesta che abbiamo lavorato insieme per la prima volta ed adoriamo girare insieme! E poi amo girare con Mona, che ho conosciuto qui sul set e a differenza dei nostri personaggi che si odiano, siamo diventate davvero grandi amiche.

Tra tutti gli attori passati in questi anni per la soap, ce n’è uno in particolare in cui le sarebbe piaciuto girare senza però averne la possibilità?

Ad esempio mi sarebbe molto piaciuto lavorare di più con Sepp Schauer e Antje Hagen, che interpretano “i Sonnbichler”, ma per forza di cose il mio personaggio si è trovato ad interagire pochissimo con loro.

Quale ritiene sia la ragione di questo incredibile successo che Tempesta d’amore sta avendo sia in madrepatria che all’estero?

Credo che la ragione del successo di Tempesta d’amore sia principalmente da ricercare nelle storie estremamente “coraggiose”, che passano dall’essere drammatiche e quasi spaventose a toni romantici, temi familiari e più quotidiani. Ma, soprattutto, c’è la certezza che in un modo o nell’altro ci sarà un happy end. E poi un altro fattore è indubbiamente l’altissimo livello del cast, composto da attori estremamente talentuosi e soprattutto perfettamente calati nei ruoli.

Com’è lavorare in una soap? Trova la lunga routine quotidiana molto faticosa?         

Sì, indubbiamente. Io ad esempio ho due bambini, un secondo lavoro ed una casa da seguire e conciliare tutto questo con l’impegno in una soap è estremamente difficile. Ci sono molti miei colleghi che trovano già difficile star dietro solo a questo lavoro e per me che ho un sacco di altri impegni, specialmente come madre, è onestamente un po’ problematico.

C’è una scena tra quelle da lei girate a Tempesta d’amore che considera la sua preferita?

In tutti questi anni ce ne sono state tantissime. Ricorderò però sempre con particolare affetto quella in cui "uccisi" il povero Lars (Wayne Carpendale), ma anche quella in montagna con la mia figliastra Miriam (Inez Bjørg David) e ovviamente quelle con mio figlio Ben. E poi all’epoca del primo ritorno, trovai fantastica la scena in cui Barbara uccideva l’altra “me” Sylvia! Ecco, quella la trovai davvero straordinaria, sia per come fu scritta, sia per il risultato finale.

Lei è originaria di Hannover e si è trasferita qui a Monaco per lavoro: è stato difficile incominciare una nuova vita in Baviera? Ha riscontrato profonde differenze culturali tra le due città?

Vivo in Baviera da parecchi anni ormai: dagli inizi degli anni Ottanta ho lavorato a teatro ad Augsburg, una città non lontana da Monaco. È stato lì che ho conosciuto mio marito, che è originario di Monaco. Per qualche tempo siamo rimasti ad Augsburg per poi trasferirci definitivamente qui a Monaco, dove abbiamo creato la nostra famiglia. Insomma, vivo in questa città da molti anni ormai e posso dire di adorarla. Sono nata ad Hannover, ho vissuto ad Amburgo, Berlino, Colonia per lavoro ed amo tutte queste città, ma per crescere una famiglia Monaco è il top: con il verde, le montagne, vicina all’Italia… Come si dice spesso, Monaco è la città italiana più a nord (conclude ridendo)

Cosa pensa della fama?  La ritiene qualcosa di positivo o negativo?

Nel mio caso devo dire che è qualcosa di assolutamente positivo. Poi ovviamente capita sempre di assistere a reazioni un po’ strane da parte dei fan che ti identificano col personaggio, e allora siccome Barbara è cattiva anch’io divento cattiva.  Detto questo, nel nostro caso la fama non giunge agli estremi che può toccare a Hollywood: possiamo tranquillamente camminare per strada senza che la gente ci salti addosso. Insomma, non sono Angelina Jolie! Quindi diciamo che al massimo dobbiamo “fare i conti” con reazioni amichevoli da parte dei fan e possiamo invece sfruttare la notorietà per compiere opere di bene o fare quantomeno da testimonial per organizzazioni no profit, umanitarie e così via.

Utilizza spesso i social network? In che modo si tiene in contatto con i suoi fan?

A dire il vero no: su Facebook ho ben tre identità ma nessuna sono io! (esclama ridendo) Uso molto internet per le email, ho dei siti web per il mio lavoro, ma appunto solo per questioni professionali… come persona privata al momento mi manca il tempo!

Se fosse possibile, riprenderebbe il suo ruolo a Tempesta anche in futuro?

Barbara torna sempre! (esclama ridendo) Credo che Tempesta d’amore senza Barbara non sarebbe lo la stessa!

Infine parliamo del futuro: ha già dei piani per la sua carriera?

Spero di poter continuare a praticare ancora a lungo questa attività di vocal coach, che mi sta dando tante soddisfazioni al momento. Se poi potessi conciliarla con ulteriori esperienze sul palcoscenico o davanti alla cinepresa sarebbe… beh, sarebbe un sogno (conclude sorridendo)!!!

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A cura di Elisa Chieno

© TvSoap.it - Riproduzione vietata

(Pubblicato il 19 marzo 2014)


 


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