A cura di Carla per TvSoap.it (riproduzione vietata)
Dodici anni di Un posto al sole e sembra ieri. Cosa le ha portato la soap, che non si aspettasse?
La conoscenza di un ambiente lavorativo composto da straordinari esseri umani e dal quale sarebbe doloroso staccarsi; diventare un personaggio noto al pubblico - con benefici anche sul lavoro - e al tempo stesso una "persona di famiglia", con benefici ancora più grandi proprio perché inaspettati!
Perché ha fatto il provino per Roberto Ferri? Cosa sapeva di Un posto al sole all'epoca?
Per i miei impegni teatrali avevo dovuto dire di no ad Upas già un po' di volte! Anche a "La squadra", perchè Marita D'Elia, insieme all'attuale casting director Maurizio D'Ecclesiis, curava entrambe le serie. Ma sinceramente, quando insistette affinché facessi il provino per Roberto Ferri, fu molto determinata e a ragione, dato il fascino del personaggio!
Il suo personaggio è amato e odiato allo stesso tempo. Quando gli spettatori e soprattutto le spettatrici la incontrano per strada e la fermano cosa le dicono? "Ma è sempre così antipatico!" oppure "Ancora, ancora più bastardo!"?
Mi dicono entrambe le cose! Ma sappiamo intimamente tutti che, se Roberto Ferri non fosse bastardo e antipatico, non potrebbe diventare a volte buono e simpatico. Funziona questa alchimia.
Le donne di Roberto Ferri: Irene, Sofia, Eleonora, Chiara, Paola, Greta, Marina. Qual è la prima cosa che le viene in mente quando pensa alle attrici che le hanno interpretate, e cosa ha significato ciascuno di questi personaggi per Ferri.
Significa che sono stato fortunato!!! Tutte donne bellissime! Hanno accompagnato con grande professionalità la mia crescita sul piano lavorativo e umano, inoltre mi hanno "sopportato" poiché sono molto esigente sul lavoro. Alcune, poverine, mi devono sopportare ancora... Altre mi mancano!!! Come l'Eleonora interpretata da Hélène Nardini (tra l'altro in teatro a Napoli adesso): grazie a lei Roberto Ferri è sbocciato con quelle "dicotomie sentimentali" che ancora oggi lo caratterizzano.
Le donne di Riccardo Polizzy Carbonelli, anzi la donna: Marina Lorenzi. Cos'ha in più l'amore dopo i quarant'anni e cos'ha avuto Marina più delle altre che l'ha convinta a pensare al matrimonio?
Si è più maturi, meno egoisti ed impulsivi nel senso "distruttivo" del termine; si va più all'essenza delle cose e soprattutto si perde meno tempo in strategie, vivendo l'amore, la passione. Parlo per me, ovviamente! Marina è Marina!!!
Un posto al sole è un caso televisivo anche per la composizione del suo pubblico, che ha i punti di forza nelle classi elevate per istruzione e reddito, e nelle regioni del nord, in particolare Lombardia e Trentino (in maniera diametralmente opposta alle soap di Canale 5 che spopolano al sud, dove Upas è ambientata). Secondo lei perché?
Upas è contemporaneo! Seppur "di fantasia", rientra nel genere soap per una questione di budget e di serialità lavorativa ma parliamo di una "Real Opera", "Real Drama". Racconta storie, per lo più umane e lo fa in modo genuino, onesto, non patinato. Con qualche piccola forzatura qua e là, sia nel melodramma sia nella commedia!!! Signori.... 17 Anni!!!
Ha dichiarato che la "gavetta" per diventare attore ha compreso anche lavori piuttosto lontani dai palcoscenici, come quello nei cantieri. Che effetto le fa, ora, interpretare "il padrone dei Cantieri Palladini"? E non le manca a volte la manualità di certe professioni, in un lavoro - come quella dell'attore - totalmente cerebrale?
Anche Roberto Ferri è "un uomo che si è fatto da solo"; viene dalla gavetta, perciò mi sono piaciute le scene in cui si rimboccava le maniche e lavorava insieme ai suoi operai. La manualità non mi manca perché, eccezion fatta per la musica, con la professione anche ad Upas (soprattutto in interni) ho sempre qualcosa da fare, oltre a recitare!!!
Ha recitato nel corto "Il piccolo segno", di Marzio Honorato. Di cosa parlava il corto? E com'è stato recitare le parole di un collega che di solito sul set vessa "crudelmente"?
Parla di uno studioso che intraprende un "viaggio della conoscenza" all'interno di un antico convento, accompagnato da un monaco (quasi di virgiliana memoria), al termine del quale farà una sconvolgente "scoperta". Il monaco è interpretato da Marzio Honorato. Lavorare con lui è divertentissimo. Più siamo diventati amici, così come con Patrizio Rispo, più ho potuto comunicargli la mia stima ed il mio affetto, perciò da un lato mi spiace trattarlo male... ma tanto è per finta. I suoi consigli sono per me preziosissimi!
Il suo curriculum teatrale è lunghissimo, ma soprattutto NON si interrompe a partire dal 2001, quando entra in Un posto al sole. Ricordo nel video dei provini la sua presentazione "Devo schizzare al teatro Ghione per fare il Cavaliere di Ripafratta nella Locandiera." Quindi la prima domanda in merito è "Perché?" Che cosa c'è nel teatro da spingerla a raddoppiare l'impegno ogni anno pur di non abbandonarlo?
Adoro il teatro, è ciò che so fare meglio, anzi, nel quale mi sento più a mio agio nonostante la "paura" prima di entrare in scena, sufficiente per smettere... ma elettrizzante per continuare a farlo! Poi per la meraviglia di poter "comprendere" l'umore del pubblico al momento, cercare di coinvolgerlo, riacchiapparlo se lo hai perso: insomma è vitale!
I tre personaggi / spettacoli portati a teatro che ricorda con più piacere e perché.
Petruccio ne "La Bisbetica Domata" di W.Shakespeare per la sua simpatia e travolgente energia scenica; Memmo Speranza in "Ma non è una cosa seria" di Luigi Pirandello per il suo essere "adorabile canaglia", congetturante e logorroico... e Astrov in "Zio Vanja" di Anton Cechov per il suo idealismo e la sua debolezza.
I tre che vorrebbe portare in scena nei prossimi tre anni.
Ci sto ancora pensando!!!
Visti gli autori che ha interpretato, che spaziano da Euripide, a Pirandello e a Shakespeare, tre motivi per cui il teatro classico ha ancora un senso, alla tremillesima replica.
La funzione divulgativa che ha, ancora oggi; quella didattica e formativa per il pubblico più giovane... e per l'attualità di certe tematiche, vive, tragicamente, anche oggi. Il teatro, tra l'altro, nasce dalla "imitazione del rito" (inizialmente religioso), diventando poi la modalità per far veicolare gesta, imprese, notizie e avvenimenti. Il grande Glauco Mauri, tra i molteplici lavori da lui portati sulle scene, interpretò anche "Edipo Re" ed "Edipo a Colono". In quell'occasione mi disse che le "tragedie" potevano considerarsi quasi come le soap di allora, narrando perlopiù di storie realmente accadute.
Ma rinnovare ogni sera quel rito, quel "patto" che inevitabilmente si instaura tra chi "propone" e chi "va ad assistere", ha sempre del magico e crea suggestioni, anche se ci vorrebbe un po' più di educazione da parte dello spettatore di oggi, ormai quasi totalmente preso dal suo cellulare che utilizza compulsivamente durante gli spettacoli, mancando di rispetto non solo al teatro ma a se stesso ed al suo tempo: se è così prezioso... perché non lo trascorre altrove?
E tre motivi per cui anche il teatro moderno/sperimentale ha un senso, anche se lo vedono in dieci.
Se non ci fosse la sperimentazione, in ogni campo, non ci sarebbe progresso o crescita. Non è un fatto indicativo o discriminante l'affluenza o il consenso del pubblico, soprattutto oggi. Secondo me, la vera differenza la sta facendo questa "crisi": se devo spendere dei soldi e voglio andare a teatro... devo andare sul sicuro!!!
In un'intervista di qualche anno fa si definiva "ancora in cerca di se stesso". Vale ancora o si è trovato?
Continuo a pormi molte domande e ho sempre, continuamente dubbi: li coltivo!!! È il solo modo che io conosca per crescere e migliorarmi! Spero di non "trovarmi mai", se ciò dovesse corrispondere allo smettere di avere curiosità.
Partiamo dall'inizio. Ha frequentato il liceo artistico. Già qualcosa frullava in lei? Com'è nata la passione per la recitazione? Prima o dopo il periodo della radio? Quando ha deciso che sarebbe stato il suo futuro? E quand’è che ha iniziato a riflettere sui “costi emotivi” che comportava fare l’attore e ha deciso di andare avanti ugualmente perché valeva la pena affrontarli?
Mi è sempre piaciuto disegnare e pensavo potesse essere il mio futuro lavorativo. Durante il liceo ho condiviso con un mio compagno di scuola, Maurizio Fei (attualmente programmista e regista Rai), quella passione per il cinema e lo spettacolo in generale che già la mia famiglia mi ha instillato fin da subito (dal teatro alla musica); con lui ed altri amici abbiamo "girato" tanti filmini in "Super 8", illudendoci, sognando e credendo di farlo sul serio, il cinema, o che lo avremmo fatto di lì a poco. Abbiamo lavorato per quattro anni in alcune radio private facendo programmi di satira e di intrattenimento "alla maniera di Arbore e Boncompagni", in un periodo in cui nessuno - eccetto loro - faceva così ridere alla radio.
Presi in seguito la decisione di provare a fare l'attore e, dopo aver assolto agli obblighi di leva come Ufficiale di Cavalleria (esperienza fondamentale e formativa, per me determinante), mi iscrissi a "La Scaletta", corso triennale di teatro da cui poi sono... "decollato"! Non ho mai dubitato della mia passione una volta intrapresa la strada, neanche quando avevo poco lavoro o in concomitanza con eventi dolorosi. Quando morì mio padre, domandai alla mia famiglia se sarei stato più utile con un'altra occupazione. Il sostegno che ricevo costantemente ed ho ricevuto dalla mia famiglia è stato ed è fondamentale: sono stato fortunato anche in questo!
Non bastando il teatro, dal 1990 ci sono anche le fiction. In media una all'anno fino al 2002, una pausa per l'inizio di Un posto al sole, e dal 2007 si ricomincia più di prima. Allora non è vero che chi lavora nelle soap non può fare fiction?
Forse chi fa le fiction, oggi, deve ancora sfondare "quell'antico pregiudizio" per quanto riguarda il film d'autore, mentre per i pionieri di Upas gli inizi sono stati pesanti. Io sono entrato quasi alla fine della quinta serie ed ancora c'era il pregiudizio che, siccome si lavora in velocità, l'attore non approfondisce o è... "cane"!!! E già! I bravi attori non fanno le serialità!!! Meno male che ad Upas ci sono tantissimi bravi attori: abbiamo avuto, abbiamo ed avremo guest prestigiose ed attori straordinari! Così come anche altre serialità di successo godono della presenza di grandi interpreti.
Di tutti quei titoli, qual è quello a cui collega immediatamente un sorriso? Ne cito 4, andando a gusto personale: "Lui e lei" con Vittoria Belvedere ed Enrico Mutti, "Fidati di me" con Virna Lisi ed Helene Nardini, "Che Dio ci aiuti" e "Una grande famiglia".
"Che Dio ci aiuti" e "Una grande famiglia". Ma non posso dimenticare le volte che ho lavorato con Giorgio Capitani: un Maestro!!!
Se avesse vent'anni ma la consapevolezza di oggi...
...farebbe l'attore? Resterebbe in Italia?
Se avessi 20 anni e avessi questa passione... rifarei l'attore, ma non in Italia! Non per le produzioni, intendiamoci, ma soltanto per lo scarso interesse che il Paese nutre verso la cultura!
...rifarebbe il provino per la soap?
Rifarei tutti i provini, soprattutto quello per la soap: così come il teatro, analogamente la lunga serialità permette di "fare esperienza" e imparare giorno per giorno. A chi già ci lavora suggerisco di non sottovalutare mai questa opportunità. A chi volesse provare auguro di riuscirci; a chi non ci ha mai pensato... gliela consiglio!!!
...aspetterebbe i 40 anni per sposarsi?
Non mi sposerei necessariamente a 40 anni, potrei non farlo proprio o sposarmi anche prima! Ma stiamo parlando di Marina, mia moglie!!!
Tra tutte le storie di Roberto, sentimentali e non, passando dalla più grande bontà con Carmen fino alla perfidia totale con Marina ed Eleonora, qual è quella che ha amato di più, quella di cui ha festeggiato la fine e quella che vorrebbe rigirare con la consapevolezza di oggi?
Ho amato molto la storia d'amore con Eleonora, perché ha permesso al mio personaggio di scoprire la sua umanità e mi sono divertito quando Roberto Ferri perde la memoria. Nell'ambito della "cospirazione erotica"... molte storie con Marina Giordano! Ho patito le scene in cui scompare Filippo e la conseguente "ossessione" sul figlio di Filippo ai danni della povera Carmen. Con la consapevolezza di oggi, "precisino" come sono... se potessi le rigirerei tutte!!!
In dodici anni di soap, la scena più difficile da girare, la più divertente e la più imbarazzante.
La più difficile: il tentativo di uccidere Filippo nella sauna, dopo aver scoperto che è stato a letto con Eleonora.
La più divertente: il primo amplesso tra Roberto Ferri e Marina Giordano. Ci veniva da ridere perché sudavamo e le lenzuola ci si appiccicavano addosso. Pur conoscendoci da anni con Nina, c'è sempre un po' d'imbarazzo, per cui - durante la prova - simulavamo delle "azioni", scherzavamo... esagerando! Arrivò una telefonata in studio per dirci che era "troppo"!!!
La più imbarazzante: quella che ho girato la settimana scorsa... ma non posso parlarne!!!!!!
Filippo, Sandro, Cristina e ora Tommaso. Cosa hanno significato le diverse paternità per Roberto? E per Riccardo, che ogni due o tre anni si trova un figlio nuovo da gestire sul set?
Non avendo figli, devo ricorrere ai consigli di chi ce li ha e all'osservazione. Però è bello! Ho scoperto molti lati di me che non conoscevo, oltre all'emozione di averne tenuti due in braccio appena nati. Anzi tre per l'esattezza, se si conta anche Valerio... lo sfortunato nipote! Quasi tutte le volte, come quest'ultima con Tommaso, sono stato tra gli ultimi a sapere!
L'esterna più "magica" da girare e quella che vorrebbe proprio convincere gli sceneggiatori a scriverle.
Mi bastano le esterne che ho girato finora, molte oltre che magiche sono state esaltanti! Mi piacerebbe girare una scena in cui faccio una romantica serenata suonando il pianoforte.
Vediamo sempre Roberto Ferri in giacca e cravatta di fronte a un pc o con la 24. Ma se a casa di Riccardo si rompe il termosifone che si fa? Maniche di camicia e cassetta degli attrezzi o si chiama l'idraulico?
Ovviamente, prima cerco di risolvere io il problema; poi, se è grave e mi mancano i "Ferri"... chiamo il professionista! Ho però opportunamente imparato ad astenermi dalle riparazioni "a rischio" nei seguenti giorni: tutti i sabato pomeriggio e le domeniche; il 24 pomeriggio, il 25, 26 e 31 dicembre; dal giorno 8 al 17 agosto! Tentare sarebbe pericolosissimo, oltre che costosissimo!!!
Ha mai copiato qualcosa di Roberto Ferri per usarlo come Polizzy Carbonelli?
Qualche volta come "sperimentazione"... ma è preferibile fare il contrario!
Se Teresa bruciasse il sugo e Casa Ferri andasse in fumo, in quale degli appartamenti storici vorrebbe trasferirsi?
Mi piacerebbe una "migrazione" alla Terrazza: hanno il biliardino!!!
Cosa pensa dello shipping delle fan sulle coppie Marina-Roberto e Greta-Roberto? Secondo lei esiste l'anima gemella di un personaggio e in tal caso qual è delle due?
C'è un'alchimia che funziona tra partners e sicuramente quella costruita da Nina e me è vincente e fortissima! È normale che chi si identifica in quella tra Marina e Roberto non gradisce quella tra Greta e Roberto. Ma è anche vero che Roberto ha cercato di cambiare con Greta, l'ha sposata, si è riscoperto romantico e, quello che come interprete aggiungo io, Greta è la donna che gli ricorda che bisogna vivere e costruire il presente, perché le occasioni passano e poi si possono rimpiangere come gli è accaduto con Eleonora.
Un posto al sole potrebbe esistere lontano da Napoli? E Roberto Ferri?
Non credo che lontano da Napoli UPAS durerebbe, anche questa è un'alchimia vincente perciò da "preservare"! Questo Roberto Ferri di Upas... è solo di Upas. È ovvio che se dovessi interpretare altri cattivi, come mi è già capitato, un po' gli somiglierebbero perché ci sarei sempre... io!
Visto che di fiction italiane gliene mancano davvero poche, in quale straniera lavorerebbe volentieri? E al cinema, con quale attore, attrice e regista vorrebbe incidere la prossima pellicola?
Sono un amante di Star Trek... Se un giorno dovessi trovarmi su una plancia di un'astronave, prima di pronunciare "ATTIVARE" ululerei di gioia e d'incredulità!!! (Tanto è un gioco). Al cinema non ho preferenze, solo mi piacerebbe incontrare un gruppo di lavoro sensibile, empatico, attento, sereno e formativo.
Mortal Kabaret, l’ultimo spettacolo che ha portato in scena a teatro, avrà una tournée?
Per Mortal Kabaret è prevista una tournée estiva ed una invernale (sempre compatibile con l'impegno di Upas, ovviamente).
Progetti presenti e futuri di cui ha voglia di parlare?
Tra le varie proposte, sto vagliando delle "Letture" da portare in giro quest'estate insieme a mia moglie.
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