Oggi Tv Soap intervista Ivan Castiglione, attore cinematografico, teatrale e televisivo che il pubblico di Un posto al sole conosce benissimo (ha interpretato per molti anni il ruolo di Giuseppe Arletti) e che stiamo per rivedere nella miniserie di Canale 5 Ultimo 4 – L’occhio del falco. Ecco cosa ci ha raccontato...
Ti vedremo in questi giorni nella fiction Ultimo 4 – L’occhio del falco. Ci puoi raccontare qualcosa del tuo personaggio?
Toto Murace è un boss della 'ndrangheta, un violento, uno spietato. Ma non è uno che si sporca le mani con piccole cose, lui punta in alto. E' al centro di un grande affare di rifiuti tossici nell’agro pontino. Insomma una carogna, anche se alla fine mostrerà un lato sorprendente… ovviamente non posso anticipare nulla!
Come ti sei preparato a questo ruolo?
Io sono napoletano e ho ideato e interpretato lo spettacolo teatrale Gomorra, assieme a Roberto Saviano e Mario Gelardi. Questo mi ha permesso di poter approfondire e conoscere realtà camorristiche molto simili a quelle della 'ndrangheta. Quindi avevo dei punti di riferimento molto chiari. Per il dialetto calabrese mi hanno aiutato alcuni colleghi di Reggio Calabria e Giuseppe Curti, l’aiuto regista. Poi c’è stato ovviamente Michele Soavi che è anche un bravissimo direttore degli attori: lascia spazio alla propria creatività ma contemporaneamente riesce, con poche parole, a farti capire cosa vuole e come arrivarci insieme.
Quale credi sia il punto di forza di questa fiction, quello per cui merita di essere vista?
Sicuramente le vicende del processo che ha avuto il capitano Ultimo, che spero dopo questo film conosceranno in tanti. Poi il film si inserisce a pieno diritto nel processo di sensibilizzazione per la lotta alle mafie.
Come ti sei trovato sul set di Ultimo? Hai qualche aneddoto da raccontarci?
Molto bene, colleghi e troupe fantastici. Si respirava un’aria energizzante. Poi Raoul Bova è veramente un attore speciale. Molto disponibile al confronto e a dare consigli, questo non è scontato per un attore della sua fama.
Un aneddoto particolare è che un giorno in una scena d’azione mi sono tagliato al ginocchio e ho messo 4 punti… ma era tanta l’adrenalina che me ne sono accorto solo allo stop di Michele. Ultimo rimarrà a vita sulla mia pelle!
Per tanti anni sei stato uno dei volti di Un posto al sole. Che ricordi hai di quei tempi?
Ricordo tutto e tutti, amo il mio lavoro e sono onorato di poterlo fare, conservo tutto con me sempre. Poi la Rai di Napoli è un luogo magico.
Tra tutte le scene girate allora, ce n’è una che ti è rimasta particolarmente impressa, che ancora ricordi?
La scena del rapimento di Germano Bellavia in una scuola; era la prima puntata monotematica di Upas, tutte le storie dei personaggi confluivano in quella vicenda. Fu un tentativo di successo ed era il primo.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di essere impegnato per così tanti anni sullo stesso set?
Io non sono mai stato un personaggio fisso quindi ho sempre avuto il tempo di fare tante altre cose. Certo l’ultimo giorno di riprese, dopo sette anni, è stato impossibile trattenere le lacrime. Credo però che nel lavoro dell’attore sia insito il cambiamento, con tutte le conseguenze, quindi fare solo lo stesso ruolo per tanti anni deve necessariamente comportare un impegno maggiore per tenere vivi gli stimoli e non cadere nella routine che è in contrapposizione proprio con il lavoro dell’attore.
Se in UPAS non avessi avuto il ruolo di Giuseppe Arletti, quale altro personaggio ti sarebbe piaciuto interpretare?
Arletti si nasce e Arletti si muore. Mi dispiace ma non lo tradirei mai.
Nel tuo curriculum vanti tanti anni di teatro, spettacoli teatrali per cui hai vinto prestigiosi premi. Credi che la carriera di un attore possa prescindere dal palcoscenico teatrale?
Credo di sì, conosco attori bravissimi che fanno prevalentemente cinema. Ma posso sicuramente dire che si sono persi anche delle emozioni incredibili. Un giorno mi chiesero cosa fosse per me il teatro ed io risposi: "Il teatro ti fa sentire vicino a Dio... pure se sei ateo”. Appunto.
Ti trovi più a tuo agio su un palcoscenico o davanti a una macchina da presa per produzioni televisive e cinematografiche?
Non mi sento mai a mio agio. Sempre attento e concentrato, non sottovaluto mai. Comunque nessuna differenza, cerco sempre la verità del personaggio che interpreto con tutto me stesso. Ovviamente ci sono delle differenze date dal mezzo, se ti stanno facendo un primo piano sai ovviamente che tutto deve essere piccolo e concentrato sul volto, mentre se sei in un teatro di mille persone, i gesti e le intenzioni devono essere percepite anche nell’ultimo palchetto in alto del teatro. Ma il quid centrale è identico cercare di essere l’altro fino in fondo.
Lavorativamente parlando, quale è il tuo sogno?
Continuare a fare l’attore fino alla fine… e magari anche oltre.
Hai già in cantiere nuovi progetti? Ci puoi svelare qualcosa?
Ho lavorato nel film di Daniele Luchetti “Storia mitologica della mia famiglia” e a "Nottetempo", un’opera prima di un giovane regista napoletano, Francesco Prisco, poi riporterò in teatro “Idroscalo ’93 Pier Paolo Pasolini” dove curo anche la regia. Uno spettacolo che faccio da tanto e a cui sono molto legato, prossime repliche 1 e 2 febbraio a Rovereto.
Ringraziamo Ivan Castiglione per l'intervista che ci ha concesso e vi ricordiamo che lo ritroveremo nel cast di Ultimo 4 – L’occhio del falco, in onda su Canale 5 lunedì 7 e martedì 8 gennaio in prima serata.
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